Wobsite X5, creare siti in modo facile (recensione)

Posted in Software, web 2.0 with tags , , on martedì 10 novembre 2015 by Marco Morello

La mia società, non è un mistero, si occupa di comunicazione. Io seguo soprattutto le attività di comunicazione digitale e mia moglie mi affianca sugli stessi argomenti e in più si occupa anche delle attività di media relations tradizionali, benché ormai il confine sia talmente labile che ci troviamo spesso in situazioni sovrapponibili.

Dico sempre che mi occupo di comunicazione digitale e non dico che realizzo siti web (che è quello che faccio) perché per il mio approccio e nella mia esperienza creare un sito è solo una parte di quello che serve alle aziende per stare nel mercato in modo efficace – ed emergere.

Realizzare un sito è un’attività che concentra temi che riguardano la comunicazione d’impresa, la tecnologia, il design…

In ogni caso, fare un sito web è anche una cosa molto pratica, in cui, posto che qualcuno abbia pensato ai temi “alti” di quello che si vuole dire, a chi lo si vuole dire e in che modo glielo si vuole dire… poi l’attività dello sviluppo ha molto dell’artigianato digitale.

Realizzare un sito, oggi, non è una cosa difficile. Ci sono molti strumenti che ci facilitano in questa operazione. Molti di questi strumenti sono online. Prevedono l’attivazione di un account online su qualche piattaforma e l’implementazione del sito stando collegati a Internet.

Le piattaforme di authoring tradizionali, invece, quelle che da sempre i programmatori e gli sviluppatori usano per realizzare i siti, sono software che si installano sul computer e che si possono utilizzare anche senza una connessione a Internet. Consentono di realizzare un sito in locale, sul proprio hard disk, per poi caricarlo online quando è completo o quando ne si vuole testare il funzionamento in modo completo.

Mentre le piattaforme online sono basate sul concetto “scegli il template e realizza in pochi click il tuo sito”, i tradizionali software di authoring sono adatti ai professionisti che sanno costruire un sito dalla base.

WebsiteX5 è un ibrido.

E’ un software che si installa sul computer e ci consente di realizzare un sito in locale, sul nostro hard disk, ma è anche una piattaforma ricca di template, strumenti già pronti all’uso e soprattutto una libreria di oltre 400mila immagini royalty free alla quale possiamo attingere per creare siti d’impatto senza arrischiarci a “prelevare” senza autorizzazione immagini trovate sul web.

La libreria di immagini utilizzabili gratuitamente è disponibile in tutt’e tre le piattaforme (da quella che costa 19,99 euro a quella che ne costa 199) mentre alcune funzioni più interessanti per gli “utenti evoluti” sono concentrate nella versione Website X5 Professional 12, come l’APP FeedReady che consente di creare una app da pubblicare su AppStore (Apple) o su PlayStore (Android) che ti permetterà di diffondere i tuoi contenuti anche con un’app di facile realizzazione.

Dal punto di vista della personalizzazione dei siti, oltre alla scelta tra un migliaio di template (per le versioni da 69 e 199 euro) anche ogni singola pagina può essere organizzata in modo personalizzato e anche molto complesso, inserendo elementi “pro” senza dover scrivere una riga di codice (aggiungere un form di contatto è una faccenda di drag’n’drop).

Gli utilizzatori più esigenti, però, in grado di smanettare con HTML, CSS e Javascript, potranno aggiungere codice creato da loro, per realizzare il progetto esattamente come desiderano, intervenendo eventualmente per modificare in piena autonomia le comode soluzioni “preconfezionate”.

Con un po’ di studio e di prove e dedicando al software un po’ di tempo di approfondimento è possibile realizzare siti dall’aspetto professionale, ricchi di strumenti interattivi e anche pienamente responsive, ovvero correttamente visualizzabili sia su smartphone sia su tablet.

Ma per i meno esigenti che hanno la necessità di andare online in fretta con un sito semplice e senza grandi pretese, anche senza studiare un granché si riesce a realizzare in meno di un’ora un sito in grado di funzionare correttamente – da subito – su qualsiasi display.

Incluso nell’acquisto del software c’è anche un anno di servizio di hosting gratuito, da scegliere in una rosa dei più diffusi servizi di hosting europei. E inoltre si ha sempre a disposizione un portale per l’assistenza, nella propria lingua, che ci consente di ottenere aiuto e risposte sia da un sistema di FAQ sia da un forum sia (molto interessante) dalla loro fanpage di facebook, dove postano suggerimenti, tutorial e anche vere e proprie risposte per chiarire il funzionamento del software.

Conclusioni

Se sei uno sviluppatore esperto o se hai costruito la tua professionalità approfondendo la conoscenza o dei CMS più diffusi o dei software di authoring delle note software house del settore, forse Website X5 non ti cambierà la vita. Ma avere uno strumento che realizza in pochi passaggi codice HTML responsive credo che possa essere di aiuto anche per i professionisti che vogliano abbreviare i tempi di sviluppo. Se però sei alle prime armi e vuoi un software che ti consenta da un lato di attingere a una grande biblioteca di template, immagini, icone, tools e dall’altro di intervenire per un ottimo livello di personalizzazione (con la possibilità di inserire in modo ridicolmente semplice form, area login, commercio elettronico) la cosa giusta da fare è scaricare Website X5 e provarlo (CLICCA QUI per scaricare la copia da provare).

Ecco un po’ di schermate:

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Marco Morello di Web Genitori
Buzzoole

Getty Images rende disponibili alcune immagini a titolo gratuito, per noi blogger

Posted in bloggers, contenuto generato dagli utenti, web 2.0 with tags , , on venerdì 7 marzo 2014 by Marco Morello

La notizia sta spopolando sui blog di tutto il mondo e vorrei fare un po’ di chiarezza. Non è vero che Getty Images ha reso disponibile gratuitamente per i blogger tutto il suo catalogo di immagini, come molti blog stanno dicendo in un forsennato tamtam di copia e incolla dai blasonati Centri Di Informazione Universale Americani.

Getty ha messo a disposizione solo ALCUNE immagini. Non si sa nemmeno quante e quali. Ho appena telefonato all’azienda e la gentilissima signorina che mi ha risposto al telefono mi ha spiegato che non tutte le immagini hanno questa possibilità e non si sa quante siano le immagini con il magico pulsantino per la condivisione (vedi sotto). Getty Images, inoltre, per ora non fornisce alcuno strumento per trovarle.

Il catalogo di Getty Images è enorme. Milion di fotografie. Decine o centinaia di fotografie relative allo stesso soggetto. Se cerchi una foto di un kiwi da utilizzare nel tuo blog di ricette, dovrai aprire tutte le foto per trovare quella che sia possibile pubblicare legalmente e gratuitamente sul tuo sito.

getty-spiegazione-embedded

Clicca sull’immagine per vedere bene i particolari.

Quindi buona ricerca e buona fortuna.

Speriamo che presto Getty Images metta a disposizione un ulteriore filtro di ricerca per individuare solo le immagini con questa caratteristica, per rendere il lavoro dei blogger più facile e incrementare l’efficacia di questa nuova politica di “apertura” verso il web 2.0.

Marco Morello di supersalute.com

buzzoole code

Klout

Posted in web 2.0 on giovedì 26 aprile 2012 by Marco Morello

KloutHo scritto un piccolo post su KLOUT e sulla web reputation.

Anche se le valutazioni meramente numeriche mi sembrano insufficienti per poter definire la reputazione di un soggetto sul web, sono pursempre un punto di partenza.

Chi vuole approfondire il tema e commentare, trova qui di seguito l’articolo su Klout

Marco Morello di supersalute.com

L’invidia del network (ovvero L’economia della gratitudine)

Posted in social networking with tags on mercoledì 9 novembre 2011 by Marco Morello

Non l’hai avuta anche tu un’idea dellamiseria che non hai saputo come realizzare e che qualche tempo dopo qualcuno ha realizzato facendoci un sacco di quattrini?

Io sì. Sono una fucina di idee inespresse. Nel 2001 ho realizzato un sito per bambini che con un po’ di slancio poteva diventare Pet Society. Ho ideato una piattaforma per fare le donazioni alle onlus che Unicredit Banca ha realizzato da poco (ilmiodono). Ho abbozzato la trama (ma non così perfetta) del serial TV Dexter. Solo per citarne alcune. La cosa seccante è che non solo mi mancavano i soldi per realizzarle, quelle idee. In alcuni casi non servivano soldi. Mi serviva invece il supporto di qualcuno che, per mentalità e approccio, sapesse indicarmi i passi per organizzare quelle idee e trasformarle in un progetto presentabile. Che fosse un po’ manager e un po’ coach. Che avesse chiaro a chi presentare le cose e che cosa dirmi per farmele tirare fuori dal cervello in modo chiaro e convincente.

Adesso mi accorgo che con le persone che mi circondano faccio questo: il manager e il coach. La mia assistente ha delle straordinarie doti musicali. Le spiego che cosa deve fare per trasformarle in qualcosa di più che un hobby. Certo, poi la mia assistente, che è bravissima, se ne andrà in giro per il mondo a esprimere la sua dote (e io dovrò cercarne un’altra). Però quando si raggiunge una qualsiasi maturità in qualche campo, quando l’esperienza ti ha creato un ventaglio di competenze spendibili anche fuori dall’ambito strettamente economico e professionale, non c’è cosa più bella che sostenere le belle idee e la creatività, alimentare i sogni.

Dirai: e a me? A te voglio dire che mi sono stufato dei sogni nel cassetto. Delle idee che si perdono per strada. Voglio trovare un modo per mettere insieme forze e cervelli per aiutarci a sviluppare le nostre idee al di fuori delle spietate regole commerciali. Ciascuno di noi lavora per vivere. Poi dedica del tempo alle proprie passioni. Mi piacerebbe dedicare del tempo a una delle mie passioni: far nascere e crescere le passioni altrui. Sviluppare il potenziale.

E vorrei trovare qualcuno che, come me, vuole fare lo stesso. Per aiutarci vicendevolmente, come possiamo, barattando competenze, condividendo realmente (e non per finta con la pressione di un pulsante) esperienze e sapere.

In quest’epoca tanto difficile per le persone e per le imprese, creare una rete di cervelli pronti a sostenersi l’un l’altro senza l’immediato fine di lucro, per me sarebbe meraviglioso.

Tu vuoi o puoi partecipare? Hai gruppi di persone che già fanno questo da segnalarmi?
Ci sono progetti che per la loro natura e le loro potenzialità non sono certamente di interesse per entità come Working Capital di Telecom Italia che si aspetta di partecipare ad attività in grado di generare profitti significativi. Ma un progettino in grado di generare 50mila euro all’anno, che sono lo stipendio di una persona, a quella persona può interessare eccome. Aiutarla a realizzarlo per ottenere, nel breve periodo, anche un rimborso per il proprio impegno, per me è una buona scommessa.

Per qualcuno regalare tre ore di lavoro può essere una bazzecola. Chi riceve in regalo quelle tre ore può invece trovarsi improvvisamente catapultato in una nuova vita. Migliore. Grata. Ed esercitare al meglio la propria gratitudine per quelle tre ore di dono inaspettato.

Mi piacerebbe un’economia della gratitudine, per lanciare progetti e partecipare al miglioramento della vita di ciascuno di noi.

Non so perché, ma non mi sembra un sogno irrealizzabile.

Marco Morello di supersalute.com

Libri, internet e l’anima gemella

Posted in libri, web 2.0 on giovedì 9 luglio 2009 by Marco Morello

Preso nella reteNon fraintendiamoci, il titolo serve a dare un’idea di massima, ma la sostanza di questo libro va ben oltre.

E’ vero. In questo libretto simpatico leggero veloce gustoso dei maestrini per caso Mafe e Vanz, ci sono tutti gli ingredienti per un’ottima lettura estiva da utilizzare come spunto di riflessione e punto di partenza per chi vuole avvicinarsi al mondo della rete con le idee chiare e un obiettivo tangibile: accoppiarsi.

Posto che l’argomento, grosso modo, è proprio questo, Preso nella rete di Mafe de Baggis e Luca Vanzella è però un vero e proprio manuale d’uso del web 2.0. Perseguedo la nobile causa di aiutarci a trovare l’anima gemella per tutta la vita o la compagnia per un’avventura sapida e senza impegno, i due maestrini si trovano però a raccontarci il web così come è oggi, tra social network, software, siti specializzati e strumenti vari. Si cerca l’anima gemella e nel frattempo si capisce a che cosa servono un sacco di aggeggi digitali.

Mafe e Vanz si impegnano a spiegarci il dove e il come delle relazioni che partono online e – se lo si desidera – procedono al di fuori del web, raccontandoci un meraviglioso mondo di strumenti digitali, tutti a portata di click.

Il messaggio di speranza del libro potrebbe essere questo: “Sei single e non ti va? Oggi hai una miriade di strumenti per uscire dalla tua singolitudine.” Con una nota ben chiara: il web non è diverso dalla vita reale. Le cose succedono solo se ci comportiamo come si deve, se rispettiamo gli altri ma, soprattutto, se amiamo noi stessi.

Quindi amiamoci, acquistiamo il libro e giù a leggere sotto l’ombrellone. Poi la sera tutti a sperimentare le nuove cose imparate di giorno. Basta poco per registrarsi alla miriade di servizi gratuiti, aprire un blog, un account di Twitter, un profilo di Facebook, installare un software. Nel libro viene spiegato come fare. Lo scopo di Preso nella rete è portare chiunque lo desideri a crearsi un’esistenza online in grado di aiutare nella ricerca dell’anima gemella.

Ma anche i più sprovveduti potranno capire che in questo libro, con la scusa dell’accoppiamento, c’è materia per capire l’Internet dei giorni nostri e trarne beneficio, che si cerchi un fidanzato, un cliente, un gruppo di supporto, una combriccola di amici con cui organizzare gite in moto.

E se per caso si è felicemente fidanzati o sposati e il partner dovesse lamentarsi del fatto che state leggendo un libro per trovare l’anima gemella, rassicuratelo (coccolatela) e ditegli che siete fortunati, che avete già tutto quello che vi serve, che la vostra vita è splendida e spiegate che state imparando a gestire un account di Facebook per sostenere l’attività del vostro sito di e-commerce. Poi regalate una scatola di marron glacées e tornate alla vostra sdraio a leggere.

Marco Morello di supersalute.com

Samsung Galaxy: be a geek, be a guide

Posted in web 2.0 on lunedì 29 giugno 2009 by Marco Morello
Diventa Galaxy Master

Diventa Galaxy Master

Sei uno smanettone logorroico che impazzisce per l’ultimo smartphone Android, legge 20 blog tecnologici con il suo inseparabile Google Reader e tiene un numero spropositato di blog tematici, tutti legati alla tecnologia e a qualche altra passione inconfessabile? Allora siamo fratelli. E il nostro modo di intendere il web (puro stile 2.0, dove siamo noi a generare i contenuti e a leggere contenuti generati da altri utenti) sta per essere premiato.

Se ci assomigliamo così tanto, dobbiamo certamente partecipare entrambi alla “gara” per diventare beta tester dei prossimi smartphone Samsung.

A parte gli appassionati del costossissimo ferrovecchio della mela morsicata, ricco di gadget “indispensabili” tipo “appanna il vetro e scrivi TI AMO”, “smuovi i pesci nella vasca” o “suona l’ocarina”, il resto del mondo sa che Samsung sta sfornando ottimi pezzi di tecnologia all’avanguardia, a costi decisamente più ragionevoli.

Visto che la sostanza c’è e che la forma (intesa come design) è anche lei al suo posto, quello che ci vuole adesso è un po’ di marketing virale e la devozione di centinaia di migliaia di geek votati alla causa.

Samsung propone quindi una sfida tra geek verbosi ed entusiasti, per consentire ai più smaliziati di ottenere il privilegio di diventare BETA TESTER per i suoi nuovi smartphone e ottenere un Galaxy i7500, che con la sua qwerty, lo schermo amoled da 3,2 pollici e il sistema operativo Android 1.5 è LO strumento per l’Internet mobile. Prima di partecipare puoi leggere il regolamento.

Sei pronto? Io ho già compilato il form.

Marco di supersalute.com

Badhap, per condividere le proprie disavventure quotidiane

Posted in social networking, web 2.0 with tags on sabato 20 giugno 2009 by Marco Morello
badhap.com

badhap.com

Avete scoperto che la vostra fidanzata se la intende con il vostro migliore amico? Vi è caduta una bottiglia d’olio in cucina? Avete abbattuto un paletto durante un parcheggio? Avete detto che la profesoressa di matematica ha l’alito pesante (e lei era dietro le vostre spalle)? Vi si è rovesciato un bicchiere di Chinò sulla tastiera del computer portatile? Avete infilato in borsa una bottiglietta d’acqua senza il tappo?

In molti di questi casi sfogarsi con qualcuno può essere utile (visto che il cellulare e la compatta digitale in borsa sono ormai volate nel Paradiso dell’Elettronica di Consumo, avremo almeno il conforto degli amici). Il posto giusto per riversare la propria frustrazione e trasformarla in un documento che migliaia di persone leggeranno dicendosi “Per fortuna io non sono questa persona!” è badhap.com.

Se avete avuto una giornata no e vi siete sentiti i più sfortunati del pianeta, andate a raccontare la vostra storia su badhap.com. Potreste diventare la “FELICE DI NON ESSERE TE” PERSONA DELLA SETTIMANA.

Marco di supersalute.com

[grazie a geekissimo]

Cose che succedono in Norvegia

Posted in futuro, web 2.0, web 3.0 with tags , , , on sabato 2 Maggio 2009 by Marco Morello

foto di un laptop (non è quello dato agli studenti!)Mentre da noi i politici scoprono adesso Facebook e qualcuno si vanta ancora di non saper usare il computer, in Norvegia 6.000 computer portatili (e non stiamo parlando dei giocattoli evoluti dell’OLPC) sono stati messi a disposizione dei ragazzi tra i 16 e i 19 anni nella regione del Nord-Trondelag. Si tratta di un esperimento pilota che, in caso di successo, verrà riprodotto in tutta la nazione.

I computer vengono consegnati ai ragazzi con un software preinstallato che, in puro stile GRANDE FRATELLO, controllerà le loro azioni, catturando schermate e memorizzando combinazioni di tasti nell’uso dei computer che, per inciso, vengono dati ai ragazzi per sostenere elettronicamente quiz ed esami.

Su tutti i computer è installata una copia di Adobe Photoshop. A noi di questo blog che amiamo i contenuti generati dagli utenti, semila postazioni mobili nelle mani di giovani menti creative sembrano la leva tangibile di una rivoluzione culturale imminente.

Marco di supersalute.com

Feedmil, il cercafeed

Posted in web 2.0 with tags , , on giovedì 30 aprile 2009 by Marco Morello

Feedmil per cercare i FeedChi ha l’abitudine di seguire i feed dei blog e dei siti che gli interessano di più (se non sai che cos’è un feed leggi l’articolo su Wikipedia) sa che leggerli attraverso il proprio feed reader è il metodo più veloce e sicuro per non perdere nemmeno una notizia.

L’aggiornamento attraverso il feed reader diventa spesso l’unica fonte che utilizziamo per le nostre letture quotidiane.

Per questo motivo siamo spesso alla ricerca di siti o blog di nostro interesse dotati di un feed, in modo da non dover aprire il sito o il blog per leggerne le news ma potendone piuttosto inserire il feed all’interno del nostro aggregatore preferito.

Feedmil soddisfa l’esigenza di cercare i feed relativi agli argomenti di nostro interesse. Ci basterà scrivere “netbook” nel campo di ricerca per trovare tutti i siti o i blog (dotati di feed) che si occupano dell’argomento.

Una barra sotto il campo di ricerca ci consente di decidere quale grado di popolarità vogliamo che abbia il feed che stiamo cercando, permettendoci di scovare i feed più autorevoli per ogni argomento.

Marco Morello

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Posterous, ai posteri l’ardua sentenza

Posted in twitter, web 2.0 with tags , on sabato 18 aprile 2009 by Marco Morello

posterousTwitter è il socialcoso più effervescente del momento. Mentre Facebook festeggia i 200 milioni di iscritti, Twitter supera negli USA i 14 milioni di utenti registrati. Ma la cosa più interessante è che Twitter piace piace piace alla gente che piace.

E’ così che decine di software house grandi e piccole decidono di aggregarsi a Twitter per entrare nella scia del suo inarrestabile successo, creando tool in grado di rendere più ricco, versatile, divertente, immediato il Twitter che tutti conosciamo.

In questa gara c’è chi punta ad aggiungere foto, chi video, chi testi più lunghi, chi tuttoquanto ai sintetici – e per questo stimolanti – tweet di tutti i giorni.

Nella famiglia entra anche Posterous, che consente di inserire in modo mortalmente facile foto, immagini, video, mp3, files di ogni tipo… nel nostro flusso di conversazioni/monologhi su Twitter (e sui blog, su Facebook, Flickr ecc.).

Posterous funziona in modo così semplice che descriverlo è più difficile che usarlo. Si spedisce un’email a post@posterous.com, si allega quello che si desidera pubblicare. Se ci si registra, si diventa possessori di uno spazio personale (io sono http://morello.posterous.com), con un’email personalizzata che ci consente di pubblicare ogni cosa con un semplice invio.

Con pochi click è possibile collegare al proprio profilo di Posterous i profili di Twitter, Facebook, Flickr ecc. In questo modo ci basterà inviare un post a Posterous per vederlo pubblicato ovunque…  Basta studiare (o salvarsi nell’address book) qualche indirizzo email e la sintassi giusta per poter gestire tutti i propri strumenti di comunicazione online dalla propria casella di posta. Senza dover fare tanti login per inserire commeni, post, status, foto…

Avrà successo Posterous? E’ già indispensabile per qualcuno di voi? Io l’ho scoperto adesso e credo che inizierò a spiegare come funziona a mia madre (in modo che, per aggiornare il suo status su Facebook, possa farlo semplicemente inviando un’email).

Se solo riuscissi a configurare il mio Nokia N82 per inviare le e-mail dal mio indirizzo abituale (e non solo da Gmail) potrei gestire tutti i miei blog e social network direttamente dalla casella di posta, senza dover fare dentro e fuori dalle pagine web con diverse login. Niente male vero?

Marco Morello

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Poken, fuori e dentro il socialmondo

Posted in social networking, web 2.0 with tags on venerdì 17 aprile 2009 by Marco Morello
Poken

Poken

Questa è una notizia per soli geek. Nessuno vorrà questo oggetto al di fuori di noi e solo noi lo terremo in bella mostra appeso alle chiavi di casa o del Segway sperando di incontrare (cosa impossibile) altre persone dotate di Poken con cui scambiarci i dati e diventare amici su Facebook, Twitter, Netlog, SecondBrain… Ma con loro non ci servirà, questo oggetto, perché sono certamente già nostri amici online ovunque, anche su plurk!

Ciò nonostante l’idea di abolire i biglietti da visita e sostituirli con una stretta di mano (anzi, un DAMMI IL CINQUE a quattro dita) tra pupazzetti di plastica, è nell’aria da secoli. Se ben realizzata potrebbe anche essere pratica e divertente. Al termine dello scorso millennio, ad esempio, io avevo un “java ring” che, inserito in un apposito lettore, poteva accreditarmi e rendermi riconoscibile ovunque il lettore fosse posizionato. Sia ben chiaro: mai trovato da nessuna parte un lettore di java ring!

Poken, per soli geek

Poken, per soli geek

Il Poken funziona così: per prima cosa si collega al proprio computer, gli si forniscono tutti i dati che vogliamo rendere condivisibili e poi lo si porta in giro con noi nella speranza di trovare altri Poken nelle nostre riunioni di lavoro o durante feste, aperitivi, concerti e occasioni sociali varie. Sul palmo del pupazzetto c’è un sensore RFID. Quando due pupazzetti avvicinano il palmo, si sente un’attrazione calamitata tra le due manine. Basta un secondo e tutti i dati vengono scambiati tra i due esserini di plastica. Una luce verde indica che lo scambio è andato a buon fine. Una luce rossa avverte che lo scambio è da ripetere.

Al termine della nostra lunga giornata di frenetici contatti potremo collegare il Poken alla porta USB del computer per ritrovartci improvvisamente amici e followers di tutte le persone incontrate.

Che cosa manca al Poken? Se proprio vogliamo essere veramente maniaci, manca una connessione bluetooth che gli consenta di interagire subito con il telefono cellulare, lo smartphone, il palmare, l’ultra mobile pc, il mobile internet device, il wearable pc ecc… e passare al nostro compagno di lavoro e di divertimento tutti i dati acquisiti. Per trasferire le info raccolte nel corso della nostra giornata di incontri, serve infatti una presa USB standard. E il mio Nokia N82 non cell’ha. Il mio Nokia N82 si sincronizza online con il portalone ovi.com, quindi mi sarebbe piaciuto poter fare a meno del PC per allineare al volo e senza mai passare dal via tutti i contatti di tutti i generi…

In ogni caso… se c’è qualche importatore di gadget elettronici lì fuori, l’invito è chiaro: presto presto, non farti soffiare lo scoop, importa subito il Poken! Poi mandami un’e-mail così sarai certo di averne venduti almeno due (uno è per mia moglie).  ;-)

Marco Morello

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User Generated GAMES? Crea il tuo gioco.

Posted in videogames, web 2.0 with tags on sabato 11 aprile 2009 by Marco Morello
Disegna il tuo gioco

Disegna il tuo gioco

Qualcuno ha mai desiderato aggiungere una curva parabolica o un giro della morte al proprio gioco di auto/moto/astronavi preferito? Io personalmente sogno una pista in acciaio, lamiere e panorami corrosi di archeologia industriale da percorrere con lo snowboard di SSX!

Esiste un gioco dove possiamo creare il percorso di gioco e inventare NOI il personaggio con il quale giocheremo. Si chiama Mightier e con un sistema un po’ elaborato ma efficace ci consente di essere gli inventori di parte del gioco che giocheremo.

I nostri disegni in 3D

I nostri disegni in 3D

Per creare il proprio percorso si fa così: si stampa dal gioco un puzzle da risolvere con una penna. Poi si acquisisce l’immagine che abbiamo creato con la webcam e il gioco utilizzerà la nostra traccia per creare il percorso. All’interno del gioco vedremo un laser proveniente dallo spazio pofondo che ritaglia nel terreno di gioco gli elementi che abbiamo disegnato.I nostri persnaggi, in 3D

E se siamo proprio creativi, possiamo disegnare anche il personaggio che guideremo nell’avventura, che prenderà vita sotto i nostri occhi e con le sembianze che preferiamo.

Se non abbiamo webcam e stampante, possiamo sempre usare il mouse per disegnare sullo schermo i pezzi del gioco, per giocare con il nostro delizioso user generated game.

Via | Downloadblog |

Marco Morello

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Trovare lavoro con Twitter Job Search

Posted in twitter with tags , , , , on venerdì 10 aprile 2009 by Marco Morello

Trovare lavoro con Twitter

Trovare lavoro con Twitter

Ti hanno mai chiesto CHE COSA VUOI FARE? Non dico “che cosa vuoi fare da grande?” ma “che cosa vuoi fare adesso?”. Qual è il lavoro che ti piacerebbe trovare da domani? Innanzitutto devi saperlo tu. E se qualche idea chiara ce l’hai – e se non cerchi lavoro in Italia – Twitter può darti una mano.

TwitterJobSearch infatti è un sito che da un lato aggrega i contenuti di Twitter correlati a offerte di lavoro e dall’altro offre un motore di ricerca per scovare la posizione lavorativa che preferisci.

Gran parte delle offerte di lavoro pubblicate sono nel settore tecnologico, ma cliccando sul pulsante BROWSE in alto a destra si può accedere a una lista di categorie che spaziano in tutti i settori.

Dicevo che può servire a chi non cerca lavoro in Italia, perché facendo una ricerca per “programmatore,” per esempio, ho ottenuto una sola risposta, mentre “programmer” raccoglie oltre 5.000 annunci.

Se sei alla ricerca di un’esperienza nuova, però, TwitterWebSearch potrebbe essere un’ottima occasione per cambiare vita – e paese.

Via | WebWorkerDaily |

Marco Morello

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Pixelpipe, postare per 75

Posted in web 2.0 with tags on venerdì 10 aprile 2009 by Marco Morello
Pixelpipe

Pixelpipe

Ottimizzare ottimizzare ottimizzare. Invece di scrivere un post, lanciare un tweet e caricare una foto su tre piattaforme diverse, possiamo concentrare tutte le nostre attività di generatori di contenuti su Pixelpipe. Ci penserà lui a lanciare i nostri messaggi su 75 piattaforme diverse.

Per gli appassionati della semplificazione e gli adoratori dell’ubiquità, dopo un’accurata configurazione del proprio account è possibile sparare i propri contenuti in tutte le reti e i blog nei quali siamo presenti.

Se sia una cosa buona o cattiva lo lascio decidere a chi legge.

Via | TecCrunch |

Marco Morello

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Aggregatori di tweet

Posted in twitter, UGC, web 2.0 with tags , on venerdì 10 aprile 2009 by Marco Morello

tweetmemeIl microblogging rischia di diventare il massimo dell’informazione che siamo in grado di leggere? Se è vero che in media una persona dedica solo tre minuti alla lettura di un quotidiano (informazione utilizzata più volte da autorevoli relatori nel corso del Festival Internazionale del Giornalismo) questo significa che in quei tre minuti c’è il tempo di leggere poco più che i titoli e i sottotitoli.

Trasferiamo la nota al nostro mondo, il web: ci accorgiamo che i post li legge principalmente chi li scrive e che la maggior parte delle informazioni e degli input li raccogliamo dai titoli dei nostri feed reader e dai tweet.

E’ di gran moda, adesso, raggruppare i tweet per argomento, costruendo enormi agglomerati di piccole frasi da 140 caratteri tutte legate a uno specifico argomento. Questo lavoro lo fa molto bene Tweetmeme.

Tweetmeme è un aggregatore di tweet, focalizzato sui tweet che contengono un link. Li suddivide per macroaree (Comedy, Entertainment, Gaming ecc.) e in sottosezioni. Una fonte interessante di spunti per chi è alla ricerca delle chiacchiere che si generano intorno a un argomento specifico.

Per pura curiosità, un lavoro simile (o nella stessa sfera operativa) lo fanno anche Twitlinks e Quotably.

Via | TechCrunch |

Marco Morello

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